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MERCOLEDI' 08 dalle ore 18 alle ore 20 presso Libreria Lirus
si terrà l'incontro "La sfida educativa dell'adolescenza".
Con Lamberto Bertolé e Fabio Pizzul (primo firmatario della legge regionale di contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo) si discuterà di adolescenti e relazioni educative.
Vi aspettiamo!
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Grazie al vostro sostegno e affetto, ogni giorno, portiamo avanti i nostri progetti. Per noi e i nostri ragazzi questo è stato un anno intenso, tra laboratori, corsi e attività; nuovi servizi offerti, dallo spazio neutro agli appartamenti educativi genitore-figlio. Ringraziamo anche gli operatori che ogni giorno accompagnano i ragazzi verso l'autonomia economica, educativa e sociale, attraverso la creazione di nuovi e concreti percorsi.
A TUTTI VOI BUONE FESTE!
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Per i 25 anni Fondazione Cariplo ha voluto raccontare i progetti che sostiene ogni giorno con passione e impegno. Raccontare tutti i 30mila progetti è impossibile, per questo ha scelto alcune storie significative: per comprendere l'Housing Sociale bisogna viverlo attraverso le parole delle associazioni e degli abitanti che hanno scelto di condividere spazi, storie e progetti.
Da alcuni anni anche Arimo (minuto 4:13) ha deciso di "condividere la comunità e l'abitare", trasferendo parte dei progetti nel contesto di Housing Sociale di Cenni Di Cambiamento e del Borgo Sostenibile.
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Nuovo servizio di Chiavi di Casa:
Appartamenti Educativi per "Genitori-figli"
Dopo più di un anno di sperimentazione avviata con il nucleo mamma-bambina ospitato a Figino, e grazie ai benefici che un tessuto come l’housing sociale “collaborativo” può portare ai nostri ospiti, abbiamo deciso di ampliare la nostra unità di offerta con un quadrilocale a Cenni, che possa ospitare due nuclei di mamme/papà con bambini che siano in una fascia di età dai 3 ai 18 anni. L'età dei minori non dovrebbe essere inferiore ai tre anni in quanto il modello d'intervento valorizza la propensione all’autonomia, rispetto al bisogno di tutela.
Il contesto abitativo di Cenni, ormai familiare da più di tre anni, garantisce inoltre un'ottima rete informale con alcuni abitanti, pensati come famiglie d'appoggio, che già dispongono di un proprio corredo di capacità professionali (assistenti sociali, baby-sitter, educatori, volontari esperti, avvocati giuslavoristi) unita ad una sensibilità personale favorente la condivisione. Inoltre il tessuto sociale di Cenni, permette originali sinergie con altre associazioni che si occupano di bambini, di integrazione al lavoro, di attività risocializzanti, o di saltuarie richieste di collaborazioni. Il mutuo aiuto passerà, però, non solo attraverso gli abitanti ma anche all'interno dell'appartamento tra le due mamme ospiti, creando così un “sistema” di sostegno elastico a differente grado di intensità: dall’aiuto tra pari all’interno della casa, all’aiuto di prossimità col vicino di casa “informale” o “competente”, all’aiuto professionale specialistico degli operatori del Servizio. Le mamme potranno usufruire del pacchetto completo di prestazioni professionali Arimo: dal sostegno all’inserimento lavorativo (Orientamento e Servizio Tutoring) al sostegno alla genitorialità, con anche eventuali colloqui di coppia (Servizio Famiglie), al sostegno psicologico “classico” e transculturale.
L’obiettivo di un Servizio così organizzato è quello di ridurre il più possibile la distanza tra il mondo protetto dei Servizi Sociali e la realtà, così da poter meglio valutare competenze, adeguatezza e tenuta nel tempo.
Il modello di intervento “Chiavi di Casa”, unito ad un territorio naturalmente collaborativo, risulta inoltre particolarmente adatto a trattare bisogni che talvolta rientrano faticosamente nelle categorie di offerta dei servizi esistenti, e che quindi faticano a trovare risposte efficaci. Immaginiamo mamme o anche padri con figli di età prossima all’adolescenza o addirittura maggiorenni, che potrebbero condividere spazi e sostegni specialistici più adatti alla loro età, senza dover allontanarsi dai luoghi dell'abitare del genitore. Come loro, anche ragazzi neo maggiorenni da poco padri, che non possono vivere con i propri figli e che hanno grossi bisogni legati alla genitorialità o alla vita di coppia, i quali potrebbero disporre di spazi dove condividere momenti di quotidianità favorenti l'osservazione e lo sviluppo di competenze genitoriali ancora fragili.
In un sistema di offerta educativo-abitativa così variegata, noi pensiamo di poter offrire progettualità originali e tarate sul singolo caso, e che possano godere di un utilizzo sensato di luoghi flessibili, per sperimentare percorsi di avvicinamento rispetto a tematiche tanto complesse, che necessitano di gradualità e di sguardi multi-professionali capaci di intercettare singoli impercettibili occasioni evolutive, piuttosto che sbloccare situazioni di stallo, o fenomeni di regressione.
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Nell'ambito degli incontri formativi interni ad Arimo, abbiamo avuto il piacere di ospitare Stefano Zamagni, illustre economista e presidente dell'Agenzia per il Terzo Settore. Zamagni. il quale crede vivamente nell'importanza delle politiche di welfare anche nell'attuale tempo di crisi, ha illustrato la sua innovativa teoria, che attribuisce agli operatori del settore no profit un ruolo fondamentale.
Ripercorrendo le tappe vitali del Welfare - da quello di tipo capitalistico caro agli Stati Uniti, al Welfare State di Lord Beveridge, parlamentare inglese che nel 1942 rilevò il dovere dello Stato di occuparsi del cittadino "dalla culla alla bara" - si è sottolineato come entrambi i modelli abbiano dimostrato la propria fallacia. In particolare, il Welfare State ha rivelato la propria debolezza nel duplice aspetto della sostenibilità finanziaria e della standardizzazione delle modalità di soddisfacimento dei bisogni. Si comprende dunque che non il solo Stato, o in alternativa le sole imprese, debbano prendersi cura dei cittadini, bensì l'intera società. L'affermazione del Welfare Society (o generativo) s'impone necessariamente nel panorama degli addetti ai lavori come alternativa espressiva di una sussidiarietà circolare: ente pubblico, imprese e società civile organizzata come tre sfere che interagiscono per progettare interventi e assicurarne la gestione. Il modello suddetto funzionerebbe nel modo seguente: dalle imprese private verrebbero reperite le risorse necessarie alla fornitura di servizi di welfare, mentre la vigilanza dell'ente pubblico diverrebbe fondamentale per garantire l'universalismo, evitando così l'esclusione di gruppi sociali. All'interno di questo meccanismo - e qui giungiamo alla parte per noi più interessante - il mondo del no profit (o terzo settore) occuperebbe un posto privilegiato in quanto portatore di conoscenze specifiche tramite le organizzazioni della società civile, capaci di elevare la qualità tacita. Dopo tutto, chi meglio di un'associazione di volontari potrebbe dar voce ai bisogni avvertiti in un certo quartiere della città? La conseguenza è che muta anche il ruolo degli educatori che si destreggiano nel settore no profit: da semplici operatori sotto il controllo dello Stato, a veri e propri imprenditori socialicon la possibilità di applicare senza interferenze il proprio bagaglio di conoscenze specifiche.
Ringraziamo vivamente Stefano Zamagni per aver portato le sue idee innovative nel nostro ciclo di incontri formativi, accogliendo l'invito di Pino Varchetta.