Cosa dire di questo corso?

Sicuramente una delle esperienze più significative di questi anni universitari.

Non solo per il fatto di poter “toccar con mano” quello che si studia sui libri ma ho apprezzato tantissimo i giorni di seminario.

Poter simulare un processo, mettersi nei panni di un avvocato piuttosto che dei servizi sociali o la comunità o anche dello stesso ragazzo minore, mi ha fatto capire che è esattamente quello che voglio fare nella vita.

Poter applicare la teoria alla pratica, a parer mio, è una lacuna importante nel sistema universitario italiano ed è stato bello colmarla seppur per poche settimane.

Un’esperienza che consiglio non solo a chi vorrebbe intraprendere la strada del minorile ma anche a chi vuole avere la possibilità di immergersi in quello che un giorno sarà il suo ruolo di magistrato o avvocato.

È stato davvero bello e toccante sentire le storie di alcuni dei ragazzi che sono stati in comunità e ho apprezzato enormemente la dedizione e la passione che hanno contraddistinto il professor Tartaglione.

Grazie di cuore.

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È stata un’esperienza particolarmente formativa sia sul piano accademico che personale, so che in futuro mi occuperò di questo, questo è stato un bel primo passo in quella direzione. Ecco perché ho deciso di dedicare un intero capitolo della mia tesi all’esperienza fatta al seminario Arimo e sul tema delle comunità educative e ho intenzione di impegnarmi in un rapporto di lavoro/ volontariato con voi della cooperativa Arimo. Vi ringrazio per l’interesse che avete suscitato in me, per avermi offerto una prospettiva diversa da cui affrontare situazioni simili, iniziato a nuove e affascinanti teorie. Ho apprezzato molto l’alternarsi delle lezioni (teoriche) ai laboratori di stampo più pratico e i tuoi colleghi sono stati davvero molto professionali, “leggeri” (pur affrontando tematiche e storie tutt’altro che semplici da digerire) e molto chiari!

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Per tutta la durata del seminario, gli incontri “teorici” sono sempre stati interessanti e Paolo è costantemente riuscito a tenere viva la mia attenzione (chi mi conosce sa che non è una cosa scontata!). La sua visione sui minori autori di reato è stata per me illuminante e mi ha permesso di riflettere su come attività criminose possano in realtà essere una richiesta di aiuto da parte di adolescenti con una storia personale e/o familiare complessa – una tesi che è stata un po’ il filo conduttore di tutto il corso.

Le lezioni “pratiche” sono state quelle più coinvolgenti e un’occasione per metterci in gioco. Personalmente, è stato molto utile, seppur difficile, calarsi nei panni di figure professionali con una formazione e un ruolo completamente diversi da quelle per cui la mia facoltà mi sta preparando da ormai cinque anni; servizi sociali e comunità sono realtà a cui mi ero finora avvicinata con un approccio giuridico e poter ricoprire, anche se fittiziamente, il loro ruolo in una simulata udienza mi ha permesso di comprendere a pieno la loro importanza nel corso di un processo penale a carico di minorenni.

Un mio ringraziamento va non solo a Paolo, per la sua costanza e la sua professionalità, ma anche ai collaboratori Arimo che sono intervenuti nel corso dei laboratori pratici, tutti molto preparati, gentili e accorti nel presentarci alcuni casi concreti con cui hanno avuto a che fare.

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Innanzitutto vorrei ringraziare lei e gli altri educatori che sono intervenuti durante il seminario per la bella esperienza.

Il corso è stato molto interessante e ha permesso di comprendere e vedere in modo ravvicinato tutto ciò che sta dietro ad un minore che commette reato: gli stati d’animo, l’ambiente famigliare, le esperienze vissute, il modo di percepire la realtà è la gravità dei fatti e molto altro.

Credo che la cosa che ho apprezzato di più sia il fatto che siano stati portati casi concreti, e ciò ha permesso di immedesimarsi meglio nella figura del minore, dei giudici e degli altri soggetti che accompagnano il minori fuori e dentro il processo.

Il lavoro in gruppo ha permesso di scambiarsi opinioni e pareri, talvolta anche contrastanti, e portava quindi a riflettere anche su aspetti di cui non si era tenuto conto.

Infine, ho apprezzo anche l’ultima lezione in cui è emerso un elemento nuovo; la domanda posta non era più se avessimo concesso la MAP, ma se avessimo revocato la detenzione domiciliare. Questo ha permesso di affrontare un ragionamento diverso, riguardo ad una questione diversa.

La ringrazio nuovamente per l’esperienza e le auguro una buona giornata.

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Con la presente vorrei ringraziare prima di tutto del tempo e della pazienza che ci ha dedicato. Dopo aver passato alcuni mesi in Tribunale di Sorveglianza e in IPM, sentivo il bisogno di capire meglio i ragionamenti che si nascondono dietro decisioni a volte molto complesse. A questo il vostro Seminario è stato molto utile perché, oltre a mettere in luce aspetti che durante le lezioni frontali non riescono ad emergere, ha permesso anche di rispondere a tanti perché che non possono restare senza risposta, soprattutto quando parliamo di ragazzi così giovani. Ringrazio quindi molto per questo breve ma importante percorso; grazie anche alle voci dei suoi colleghi e collaboratori per averci presentato spaccati quotidiani tanto crudi quando veri.

Ho capito ancor meglio che al “dopo il reato” bisogna credere e che è importante assicurarsi che anche chi ha sbagliato, provi, almeno per po’ i brividi della cura.

Ho imparato che i vostri ragazzi meritano l’attenzione che hanno urlato, che dietro una richiesta così forte c’è quasi sempre un’infanzia bruciata.

Io ancora non so esattamente cosa mi troverò a fare e ho ancora tanto da imparare…spero di riuscire a lavorare in stretto contatto con questi ragazzi, perché i tirocini di questi due anni mi hanno insegnato che qualcosa di buono c’è, bisogna avere la sensibilità e la forza di aiutarli a tiralo fuori, e per quanto difficile, non bisogna mai credere che sia un progetto troppo ambizioso. Voi ne siete la testimonianza.

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La ringrazio per il seminario che ho potuto frequentare, l'ho trovato molto stimolante e ricco di contenuti per me nuovi e interessanti.

Ciò che ho appreso al seminario mi sarà molto utile anche in futuro.

La ringrazio ancora di tutto.

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Partecipare al seminario Arimo è stato interessante perché mi ha permesso di venire a contatto con una realtà didattica diversa da quella universitaria, con uno spazio di dialogo e riflessione molto partecipato e aperto al dibattito. Ho avuto l’occasione di approfondire la materia processuale penale minorile, imparando il funzionamento e le differenze tra le strutture di comunità.

I libri indicati mi sono piaciuti perché raccontavano storie vere, impressionanti ma senza filtri. Ho apprezzato particolarmente gli incontri di laboratorio, anche perché simulare un processo mi ha aiutata a farmi un’idea su come potrebbe essere il mio lavoro, in un futuro non lontano. Avrei preferito se ci fossero stati degli incontri con i ragazzi ospiti, o ex ospiti delle comunità, per sentire il loro punto di vista. Ma ho visto che ci sono progetti di servizio civile e di volontariato, quindi, sono contenta lo stesso.

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il seminario ha, a mio avviso, espresso a pieno il duro lavoro che ci sia dietro una comunità, quanta volontà e competenza abbiano coloro che ci lavorano. Ho notevolmente apprezzato l'aver saputo conciliare una parte più teorica ma necessaria ad una parte più pratica, facendoci meglio ragionare sulla difficoltà che riscontrano le varie figure che compaiono durante un processo minorile; ho ritenuto anche molto utile la partecipazione dei vari responsabili delle comunità che ci hanno permesso di fare un piccolo salto nel loro lavoro.

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Grazie davvero per questo seminario.

Personalmente ho apprezzato molto l'intervento di educatori diversi tra loro, che si occupano di aspetti e di fasi diverse del processo di crescita di questi giovani autori di reato.

Inoltre è stato d'aiuto anche partecipare ai momenti di laboratorio: attività che soprattutto nella nostra facoltà di Giurisprudenza non è spesso inclusa e che invece è risultata molto utile alla comprensione delle nozioni.

Grazie in particolare per l'attualità della materia e la capacità di portare alla nostra attenzione scorci di vita vera.

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Oltre alle interessanti tematiche trattate e alla possibilità di apprendere qualcosa di diverso da quello che studio quotidianamente ho apprezzato in particolare due cose. La prima è che ad oggi sento di aver modificato il mio modo di approcciarmi ai casi, di ragionare. Sono entrata in aula il primo giorno con un’impostazione da avvocato e ne sono uscita più consapevole e empatica. La seconda, è stata la possibilità di confronto con gli altri alunni, ma soprattutto con voi professionisti. Per me, una persona che fa fatica a comunicare e aprirsi, è stata l’opportunità di farlo senza paura di giudizi e consapevole di essere ascoltata.

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Partecipare al seminario sulle comunità che riguardano il diritto penale minorile mi ha fatto cogliere aspetti della realtà che prima non avevo mai considerato e mi ha fatto comprendere l'importanza della rieducazione dei minori al fine del reinserimento nella società. Questo rende un servizio sia per la società oltre per il minore stesso, ovviamente. Uno degli aspetti del seminario che mi hanno maggiormente coinvolta sono stati sicuramente i laboratori, in quanto attraverso questi mi è stato possibile comprendere meglio i meccanismi che regolano il sistema del diritto penale minorile. Questa è stata anche un'opportunità per cogliere i risvolti sul piano umano e sociale dell’applicazione del diritto che normalmente non vengono contemplati dall’aspetto prettamente teorico degli altri corsi del percorso universitario di Giurisprudenza.

In conclusione consiglierei di seguire questo seminario a tutti gli studenti di Giurisprudenza ed in particolare modo a coloro che sono interessati all’ambito penalistico.

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Personalmente ho apprezzato il fatto che il taglio delle lezioni "frontali" fosse meno incentrato sul diritto e più sull'ambito educativo, poiché è raro trovare un collegamento interdisciplinare nei classici corsi di giurisprudenza; e in più ho apprezzato anche come tali lezioni fossero dinamiche, con lo stimolo a instaurare un dialogo con noi e tra noi.

Per quanto riguarda le lezioni casistiche ho ritenuto utile, sia dal punto di vista umano sia da quello di giurista "in erba", il poter aver l'occasione di simulare un'udienza. Interessante anche il dover ricoprire ogni due settimane un ruolo diverso tra i soggetti del processo.

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È stato bello imparare a conoscere di più le comunità, di cui prima non sapevo molto. Sono state molto interessanti le lezioni teoriche e anche i momenti di lavoro di gruppo con simulazione dei casi finale. Far parte del gruppo che si occupava del ragazzo è stato utile anche per provare a mettersi nei suoi panni e considerare, con i colleghi, i motivi che portano un minore a commettere un reato e le difficoltà che aveva potuto provare per poi arrivare a chiedere aiuto in quel modo.

Mi è rimasto sicuramente un bagaglio di informazioni che saranno utili anche per il mio futuro, visto che vorrei svolgere lo stage presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Aver seguito prima questo seminario credo sia stata una bella opportunità.

Se volessi trovare un aspetto che mi è mancato, direi che mi sarebbe piaciuto entrare in contatto con i ragazzi stessi, magari sentendo qualche testimonianza dal vivo.

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Il seminario sulle comunità educative nel sistema penale minorile è stato molto interessante, soprattutto perché si è approfondito un tema su cui ci si sofferma poco all'università.

Ho trovato stimolante l'approccio sia giuridico che extra-giuridico, che ha permesso di analizzare meglio gli istituti tipici del diritto processuale penale minorile.

Un altro tema positivo è sicuramente stato il taglio pratico delle lezioni, che ci ha consentito di entrare nel vivo della materia, analizzando nel concreto dei casi. Inoltre, mi ritengo molto soddisfatta anche degli interventi degli ospiti che hanno saputo presentare molto bene i casi pratici, chiarendo anche in maniera ottimale il ruolo delle comunità.

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Per me è stata molto utile l'alternanza tra ore di lezione frontale e ore più seminariali in cui abbiamo discusso in aula dei casi. Inoltre volevo ringraziarla per il tempo che ci ha dedicato e per la possibilità che ci ha dato di incontrare alcuni suoi colleghi che lavorano sul campo. Questo ha reso molto più concreta l'immagine di una persona, di un ragazzo, oltre l'impersonale "soggetto" su cui ci concentriamo di solito in università. Ritengo per questo che il seminario sia stato formativo, mi ha permesso di capire come il lavoro che vorrò fare non si risolve in fattispecie omologate e generiche.

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